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Un bimbo di nome Ges

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È sicuramente un caso che la decisione di questi giorni del Presidente Trump di spostare l’ambasciata USA da Tel Aviv a Gerusalemme abbia di fatto riacceso l’attenzione dei media internazionali su Gerusalemme e sulla Palestina, terra dove 2017 anni fa è nato un bimbo di nome Gesù del quale a breve ci apprestiamo a celebrare la memoria della sua nascita.

Quel bimbo, divenuto grande grazie alle attenzioni, alle cure e all’educazione ricevuta dai suoi genitori, ad un certo punto della sua esistenza ha iniziato a parlare in pubblico e a rivelare la propria missione, ciò che era venuto a fare sulla terra.

Gesù è stato l’unico uomo, di cui esistono documenti ufficiali e riscontri storici inconfutabili, che si è dichiarato figlio di Dio.

Di fronte a questa affermazione, inaspettata, imprevedibile, potente, sconvolgente, la nostra libertà, ora come allora, è chiamata a confrontarsi.

Credere o non credere alle parole, ai gesti compiuti da quell’uomo e giunti sino ai nostri giorni dai testimoni della Fede? Questa è la domanda radicale dell’esistenza umana.

Il vero mistero della vita non è domandarsi se un Dio esista, ma stupirsi dell’esistenza di un uomo con una libertà simile a quella di Dio. Nessuno infatti rispetta la nostra libertà come lo fa Dio.

L’uomo ha sempre desiderato la libertà più di ogni altra cosa al mondo, ma questo desiderio è anche di Dio e di suo figlio Gesù. È dai tempi di Adamo ed Eva che l’uomo anela alla libertà, la vuole raggiungere con le sue forze, senza dipendere da nessuno. Mentre Dio si è abbassato e si è fatto nostro compagno di viaggio, l’uomo invece si è innalzato al livello di Dio e lo ha rifiutato.

Ma come diceva Sant’Agostino: “Di quanti padroni diviene schiavo, chi non riconosce Gesù come unico Signore!”.

Senza il rapporto con Dio, e con suo figlio Gesù, l’uomo perde l’unico punto di riferimento che lo rende capace di dare significato ad ogni sua azione e l’esito di questa separazione purtroppo è sempre più sotto gli occhi di ognuno di noi.

Approfittiamo di questo Natale per rivolgere uno sguardo, un pensiero a quel Bambino, nato a Betlemme di Giudea, a pochi chilometri da Gerusalemme, la città dove quel bambino, divenuto Uomo, è morto a causa del nostro orgoglio e della nostra libertà.

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